
I cachi sono un frutto autunnale che è sempre stato presente in casa fin da bambina: nel vecchio condominio avevamo un albero nel giardino condominiale e in questo periodo eravamo letteralmente sommersi di cachi, anche perché c'erano solo 4 appartamenti e non a tutti piacevano.
Devo però ammettere che i cachi li ho mangiati sempre freschi, come frutta ai pasti o a merenda.

Il carnevale sta per entrare nel vivo per cui bisogna preparare qualcosa di fritto.
Questa non è una ricetta tradizionale della mia famiglia ma frutto di una ricerca su internet dopo avere assaggiato dei dolcetti simili ad una festa. Troppo buoni per non cercare di replicarli.

I dolci con i semi di papavero mi piacciono e in passato ne avevo già provata un'altra versione tratta da uno speciale di Sale&Pepe.
Questa ricetta invece è tratta da "Strudel e dolci particolari" di Annliese Kompatscher e Angelika Ilies: è un libretto piccolo per dimensioni ma ricchissimo di ricette valide.


Mi sono resa conto che nel blog c'è una grandissima lacuna per una che è bolognese di campagna da generazioni: non ho scritto nulla per quello che riguarda il brodo e la carne da brodo.
Devo ammettere che ci ho pensato spesso e poi rinunciato perché l'argomento è delicato... è un po' come mettersi a descrivere la ricetta dei tortellini: ognuno ha la sua e ritiene sia la migliore. Poi, a dire il vero, anche se qualcuno ha stabilito quale è la ricetta perfetta, la realtà è che il brodo, soprattutto nelle famiglie contadine, si è sempre fatto al meglio delle possibilità del momento. Ovviamente il brodo della festa, a Natale e Pasqua, era molto curato cercando la carne migliore e un bel cappone. Altre volte si faceva con quello che c'era e potevano essere solo un po' di verdure, un'ombra di carne e qualche osso.

La ricetta delle tigelle non appartiene alla mia tradizione di Bolognese di pianura. A dire il vero ora che ci penso qui dalle mie parti non c'è un "pane" da passeggio tipo la piadina romagnola o appunto la tigella modenese. Sì, c'è la crescentina fritta ma quella è un'altra cosa.
Forse è proprio per questo che, anche qui, si trovano ristoranti che fanno le tigelle, ma soprattutto, in tanti hanno la tigelliera per le produzioni casalinghe.
In passato le avevo già fate anche in versione Lievito Madre, questa ricetta invece è con il lievito di birra ed è di Alessandra Spisni. Devo dire che mi piace molto per cui la annoto qui sul blog: le tigelle risultano morbide e panose al punto giusto, molto profumate grazie al vino.
La foto di questa torta risale addirittura al pranzo di Pasqua, direttamente dalla tavola e un attimo prima di tagliarla. Però meglio tardi che mai per scrivere la ricetta, anche se in realtà deriva da una ricetta che si trova già in rete, essendo la famosissima Torta Ricotta e Pere di Sal De Riso.
Sono partita dalla ricetta pubblicata sul blog di Luca Pignataro, ma ho cambiato la pasta biscotto sia per alleggerirla un po', visto il contesto dell'abbondante pranzo di Pasqua, sia perchè a causa di allergie non potevo usare le nocciole.

Come si distinguono le ricette "uguali" nel vostro ricettario?
Nel mio in base al nome della persona che me l'ha passata, in questo caso la moglie di Carlo :o) Avrei anche potuto scrivere "Cheesecake buonissimo" oppure "il miglior Cheescake che abbia provato", ma sarebbe stato troppo generico. Molto meglio associarlo al nome, perchè mi fa ricordare che questo dolce l'ho prima assaggiato e poco dopo chiesto la ricetta, perchè era talmente buono che andava rifatto.

Erano tanti anni che avrei voluto fare un corso con Maurizio Santin. Le motivazioni erano varie: un po' perchè è uno dei primi pasticceri "famosi" che ho iniziato a seguire nel mondo del food-web, un po' perché è amatissimo da Pinella (un mito tra i foodblogger), un po' perchè era difficile partecipare ad un suo corso (Gino Fabbri è dietro l'angolo, ma lui no).
Per cui non appena ho visto il programma dell'associazione La Cucina di Babette non ho avuto dubbi e mi sono subito iscritta al corso "Pasticceria: le ricette di base".
Che dire...?
Mi è piaciuto tantissimo: è simpatico, è un vulcano di energia e l'argomento del corso è stato davvero vasto. Frolle, biscotti, daquoise, creme, mousse, ganache e namelake: di tutto di più. Sono stata così entusiasta che dopo il corso ho provato varie ricette: davvero strano per me, perchè spesso passano mesi prima di provare le ricette di un corso.
Per prima ho provato questa crostata con la crema: sia per provare la frolla, sia perchè sono alla ricerca di una buona ricetta di "Torta della Nonna". Questa prova l'ho realizzata con la frolla di tipo Napoli e la Crema da Forno. Risultato ottimo soprattuto merito della frolla che è davvero super! Dovrò però fare altri esperimenti perché non mi ha soddisfatto al 100% la consistenza della crema: l'uso dell'amido la rende gelatinosa e non era la consistenza che cercavo.