Le ferie sono finite da una settimana ma nel cuore e negli occhi (e pure sulla bilancia, purtroppo) sono rimasti tanti bei ricordi.
L'ultimo, in ordine temporale, è legato al piccolo comune di Campli in provincia di Teramo. In questo paesino, circondato da due "canyon", si celebra l'arte della porchetta.
In questa zona infatti c'è una tradizione centenaria per quello che riguarda questa preparazione gastronomica, che si tramanda di padre in figlio.
La particolarità di questa porchetta sta negli aromi utilizzati e nella modalità di cottura che permettono di apprezzare una carne morbida e profumata, ma senza sovrastare il sapore della carne stessa. Qui nel Bolognese, ad esempio, la porchetta oltre ad essere un po' secca è spesso troppo pepata.
A Campli sono due i venditori fissi: la macelleria Foco e la macelleria Cappuccelli situata in piazza. Poi ci sono i furgoni mobili, che sfidando le tortuose strade della provincia, portando la loro porchetta nei mercati settimanali.
Durante la Sagra della Porchetta Italica la porchetta è a disposizione dei frequentatori della sagra e della Giuria di Degustatori che premierà la porchetta migliore.
Per degustare la porchetta, utilizzando inumerosi tavoli messi a disposizione dai bar del paese, si può acquistare il classico panino, oppure solo la carne a peso. In entrambi i casi non manca mai anche un generoso pezzo di cotenna saporito e croccante.
Io ho rinunciato al panino per poter assaggiare il maggior numero di tipi diversi di porchetta. Dopo gli assaggi ho decretato il "mio" vincitore: la ditta Di Angelo Salvatore, poichè la sua porchetta è poco salata, non pepata, morbida sia calda che fredda.
Piccola nota stonata: in paese poi non mancano mai i cani randagi. Una piaga per i paesi dell'entroterra, che vengono utilizzati per scaricare lo scomodo quadrupede tanto amato prima delle vacanze.