Mi sono resa conto che nel blog c'è una grandissima lacuna per una che è bolognese di campagna da generazioni: non ho scritto nulla per quello che riguarda il brodo e la carne da brodo.
Devo ammettere che ci ho pensato spesso e poi rinunciato perché l'argomento è delicato... è un po' come mettersi a descrivere la ricetta dei tortellini: ognuno ha la sua e ritiene sia la migliore. Poi, a dire il vero, anche se qualcuno ha stabilito quale è la ricetta perfetta, la realtà è che il brodo, soprattutto nelle famiglie contadine, si è sempre fatto al meglio delle possibilità del momento. Ovviamente il brodo della festa, a Natale e Pasqua, era molto curato cercando la carne migliore e un bel cappone. Altre volte si faceva con quello che c'era e potevano essere solo un po' di verdure, un'ombra di carne e qualche osso.
La ricetta delle tigelle non appartiene alla mia tradizione di Bolognese di pianura. A dire il vero ora che ci penso qui dalle mie parti non c'è un "pane" da passeggio tipo la piadina romagnola o appunto la tigella modenese. Sì, c'è la crescentina fritta ma quella è un'altra cosa.
Forse è proprio per questo che, anche qui, si trovano ristoranti che fanno le tigelle, ma soprattutto, in tanti hanno la tigelliera per le produzioni casalinghe.
In passato le avevo già fate anche in versione Lievito Madre, questa ricetta invece è con il lievito di birra ed è di Alessandra Spisni. Devo dire che mi piace molto per cui la annoto qui sul blog: le tigelle risultano morbide e panose al punto giusto, molto profumate grazie al vino.