Siamo un po' in ritardo sui tempi che avevamo programmato e così Leòn la visitiamo un po' di corsa. Siamo anche un po' stanchi e così non vediamo l'ora di raggiungere la casa in cui passeremo la notte.
Ci allontaniamo dal tracciato del Cammino di Santiago e ci addentriamo nella Maragateria. Questa zona è molto brulla e battuta da un vento forte e implacabile. I paesi appaiono quasi deserti ma sono molto pittoreschi poiché le case sono tutte in pietra.
Finalmente vediamo le indicazioni per Camarga, voltiamo nella stretta stradina e ci troviamo di fronte ad una porta che nasconde completamente la casa.
La porta la potrei paragonare al coperchio di una brutta e vecchia cassa del tesoro.
Aprendola, infatti, ci siamo trovati all'ingresso di uno splendido patio dove domina la pietra addolcita da porte in legno azzurro e finestre bordate di bianco. Le case della maragateria assomigliano alle case nord-africane che si sviluppano attorno ad un patio/giardino interno e che è anche il cuore della vita della casa.
La sala da pranzo è accogliente e Marga è una ottima padrona di casa: ci spiega uno per uno i piatti presenti nel menu per facilitarci la scelta. Il menu mescola piatti tipici della zona a piatti e ingredienti rubati ad altre culture: sono presenti il curry, l'uvetta e i pinoli nei piatti salati, la pasta phillo che forse sono eredità del passato oppure frutto della passione di Marga per la cucina. Noi optiamo per un menu composto da antipasto, piatto principale e dolce dal costo di 17 euro a testa bevande escluse.
Come entradas abbiamo scelto du piatti tipici della zona.
I piatti forti della sarata ci vengono serviti in due bellissime taijne: coniglio al pesto di aglio e guancia di maiale brasata con Pedro Ximénez. Talmente buoni che non ho fatto in tempo a fotografarli.
Come dolce una torta di formaggio lontana parente del cheesecake anglosassone servita con marmellata di fragole.
Anche la colazione è deliziosa: cafè con leche, pane tostato e 3 tipi diversi di marmellata servite in una graziosa triplice taijna.
Tappa successiva della visita è Astorga, cittadina molto turistica con una bella cattedrale e il palazzo episcopale, ora sede del museo del Camino di Santiago, costruito su progetto di Gaudì.
Le vie principali della città sono piene di negozi per turisti ed invogliano a comprare il dolce più tipico di Astorta: le mantecadas.
Sono soffici tortine al burro abbastanza buone ma molto semplici. Personalmente alle mantecadas io preferisco i Mantecados alla cannella: deliziosi biscottini burrosissimi e friabilissimi. Per par condicio deciso di portarmi a casa entrambi i dolci: i sapori della Spagna potranno così durare un po' più a lungo della breve vacanza.
1 Commento
I luoghi che ho visitato in Spagna, in effetti, non sono quelli famosissimi e che tutti ripetono.
RispondiEliminaQuando mi chiedono "dove sei stata in vacanza?" e io dico "in Spagna" tutti si aspettano che sia stata o a Madrid, o a Barcellona o in Andalusia.
Per la mentalità comune è come se in Spagna ci fossero solo questi 3 luoghi e il ristorante di Ferran Adrià . Il resto non conta, non è quasi degno di attenzione.
I posti in cui sono stata, pur essendo un po' meno turistici, sono comunque abbastanza frequentati e la ricettività è buona. Santiago invece è iper-turisticizzata vista la mole di pellegrini che la visita ogni anno. Questo purtroppo da luogo di fede la trasforma in un ammasso di negozi di souvenir più o meno kitsch.
Così come sono estremamente kitsch le bamboline sulla scatola... l'ho comprata proprio perchè era quasi incredibile per essere vera! :o)